Confronti generazionali

Ho letto che le tradizioni non consistono nel mantenere le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma.
Vi premetto sin d’ora che io sono cresciuta con poche tradizioni da rispettare, ancor meno da onorare e tramandare, ma sono qui a scriverne perchè viverne dei frangenti ti riporta comunque indietro nel tempo.
Agli antipodi mio marito e la sua famiglia che ne hanno e ne vivono tante di tradizioni grazie alla “patriarca” di casa: nonna Michelina.
Ieri, insieme alla figlia hanno deciso di fare il pane in casa cosi come si faceva negli anni della sua gioventù e oltre.
Oggi non più necessità ma semplice voglia di vecchi sapori, di vecchie abitudini da rispolverare, vecchie immagini da colorare.
Figlia e nipoti sotto la sua direzione, chini alle sue disposizioni ognuno con un fare che mal si confà al suo volere! Il divario generazionale prevale ma si addolcisce al racconto che lei stessa ci fa della sua esperienza pregressa.
Ai tempi della guerra, della povertà di quegli anni per lei, prima in veste di ragazzina aiutante e poi come capofamiglia, saper fare il pane era una ricchezza; voleva dir saper affrontare le tante difficoltà con la certezza che qualcosa in tavola vi fosse sempre per lei e i suoi figli.
Con questa solennità abbiamo aiutato a fare il pane lasciando a lei l’impasto, l’accensione del forno e tanto altro.

l’amore, il rispetto, la benedizione


Semplici spettatori o silenziosi assistenti? Nessuna delle due, piuttosto passeggeri di una locomotiva lenta che permette di godere del paesaggio e di quel che vi è intorno. E così mi son rivista bambina quando a casa tutti mi scacciavano perchè troppo piccola, perchè la mia presenza era solo fastidio ma io volevo star tra le gambe del mio papà per esser presa tra le sue grandi braccia ed alzata sin alla bocca del forno. Ho sempre ammirato le fiamme con uno strano incanto, sarei stata ore avvolta da quei calori. Alle immagine visive di ricordi riaffiora anche quel particolare odore del pane infornato con la “panara” (pala per pizza), appoggiato a terra, lasciato cuocere con attesa; profumo misto di farina bruciata e lievito. Ritratti di famiglia scoloriti, ma con fragranze e sapori che resteranno dentro, nel cuore, nella mente, che non si dimenticheranno mai.

il pane

Ieri, non ci si è fermati al solo pane, si è continuato ad impastare consumando chili e chili di farina per far pizze, taralli e quant’altro si potesse infornare, mentre il resto della famiglia si è raccolta all’ora di pranzo per deliziarsi di quella particolare aria di festa non festa.

Insomma una mattinata impegnativa ma con una riflessione: il valore dei nonni, della famiglia sono spesso solo decantati senza aver idea di cosa vuol dire viverli quotidianamente. Mio marito all’età di 44 anni ancora si gode la nonna. Ancora oggi è e sarà sempre quella persona speciale che da bambino raccontava favole inventate per lui, che da adolescente lo coccolava dopo la scuola o nei pranzi domenicali, quella che lo ha sempre abbracciato senza riserve, quella che ancora oggi lo guarda con orgoglio. Quella particolare figura femminile con l’argento tra i capelli, il sorriso tra le rughe e l’amore nel cuore.

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2 commenti su “Confronti generazionali

  1. Grazie per il tuo racconto- testimonianza…per le belle immagini, quasi vintage…
    Mi haI fatto salire sul tuo vagone e anche io ho fatto un viaggio indietro nel tempo, quando mia nonna, di cui porto orgogliosamente il nome, a San Salvatore Telesino, accendeva il suo grande forno e dava inizio alla festa… e l’atmosfera si riempiva di profumi, sorrisi, abbracci, scherzi, ma soprattutto calore, sì, quel calore che spesso ancora sento addosso…
    Grazie Margherita

  2. Bellissima giornata davvero e sicuramente da replicare per avere il piacere di vedere tutta la famiglia in allegria

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