Come oggetto inaccessibile, inamovibile mi scavi addosso; niente di lecito ma il proibito incanta, seduce.
Lo ricerchi, s’insinua tra le crepe d’inadeguata morale; lo insegui.
Un gioco rischioso senza regole né principi.
Fatale e letale, deleterio di passioni e sana follia.
Un sogno proibito, favola a lieto fine da leggere in due; smarrirsi tra le dovute sfumature o irrazionali vie di fuga che ti allontanano dall’illecito diletto.
Accettar che non vi sia segnato destino?
Con rabbia e forza si riscrive quello che si è idealmente stati, quel che idealmente si vorrebbe esser, quel che poi effettivamente si è.
S’inizia quel gioco con pochi giocatori e troppe sconfitte, quel particolar gioco che reca solo cadaveri, giro di fantasmi d’infestata solitudine.
MP
