Quando si programma un viaggio, breve o lungo che sia, si pensa d’istinto ai luoghi da visitare, alle strade da percorrere, ai kilometri necessari. Si prepara il trolley, bagaglio chiamalo come vuoi, pensi di metter dentro solo il necessario per scoprire poi tutto il superfluo.
Quando si parte si pensa, ci si prepara ma non si può sapere, né immaginare con che bagaglio si potrà tornare.
I bravi viaggiatori, quelli veri veri, lasciano sempre un po’ di spazio libero perché sanno o sperano di poter tornare con qualcosa in più.
Ecco per me quel qualcosa in più, lo spazio vuoto da riempire non é fatto di souvenir, di calamite ricordo, abiti; quel qualcosa in più si chiama vissuto.
Puoi scegliere dove andare, dove soggiornare, il ristorante più carino dove mangiare ma non potrai mai sapere come lo vivrai, chi incontrerai, che sensazioni proverai.
Si, perché il bello di viaggiare é proprio questo; lasciarsi portare, spirito leggero, mente aperta, animo sbarrato e via…on the road.

Immagina esplicativa, ricca di sfumature e possibili significati.
Giorno 30 agosto, partiti di buon ora perché troppe la tappe da fare; dopo aver visitato fugacemente l’Argentario ci spostiamo nell’entroterra toscano.
Siamo in provincia di Grosseto, sulla strada del vino tra Scansano, Magliano, Pitigliano. Nel cuore della maremma grossetana tra le sue viuzze di ghiaia si scaglia, quasi sospinta del legger vento, la vela dell’Ammiraglia; la nostra meta decisiva.
Una delle 10 cantine più belle d’Italia. I marchesi Frescobaldi ne sono i proprietari, insieme ad altre 6 possedimenti dislocati in diverse zone della Toscana.

La tenuta Ammiraglia é un vero tempio di design al cospetto della natura circostante, sembra che le dolci colline con i verdi vigneti la sostengano proiettandola, quasi a dirigerla, verso le calde acque del mar Tirreno.
Posizione privilegiata, ottima esposizione al sole, solleticata da brezze marine queste le costanti che hanno indotto l’architetto Sartogo a pensarla, disegnarla e realizzarla; una grande vela, al di sotto della quale si accoglie e si svolge la lavorazione delle uve, con serbatoi, la cantina e la bottaia. Al di sopra, per tetto un giardino lussureggiante che dona quella freschezza e benessere che mai ti aspetteresti.
lavori in corso la bottaia

Una vera emozione quando si aprono le porte della bottaia, man mano che ci si inoltra si sente il peso del silenzioso riposo. Stenti a camminare, vorresti che i passi si facessero leggeri, non vuoi disturbare, turbare la quiete.
Il fresco contribuisce a farti rannicchiare, facendoti sentire piccola piccola, le botti sembrano diventar sempre più grandi e pesanti. Meglio uscire, basta “molestie”.
Uscendo ci sferza il caldo sole del primo pomeriggio.
Un abbraccio caloroso fatto di accortezze e coccole, sempre accompagnati da Giusy la nostra squisita accoglienza.
Ci ha raccontato della cantina, della sua nascita, crescita, buona vita con un enfasi, una familiarità stupefacente.
Si, perché la filosofia dei proprietari é proprio questa: fatti sentire a casa, di casa…cosi per noi.
due vini di punta Alìe e MassoVivo Olio Laudemio Frescobaldi


Giusy ci ha presentato, raccontato i colori, gli odori, i sapori del vino e del cibo abbinato; ci ha fatto scoprire le sfumature nascoste dietro quel sentore, quel guizzo. Un vero piacere assecondare i suoi consigli.
Cosi abbiamo scoperto la vanità del vermentino “Masso Vivo”, un vino che definirei molto femminile; leggero, godereccio, con toni floreali ed agrumati cosi come suggerito di ricercare.
Altro prodotto di punta é “Alìe”. Un rosé che porta il nome di una ninfa marina, forse per mantener sempre vivo il contatto tra la terra ed il mare che sta oltre le colline. Anche questo vino molto delicato, di un bellissimo colore rosa con sfumature di pesca. Bello alla vista, leggero e gradevole al gusto, ottimo per l’aperitivo (acquistato insieme al vermentino, da bere in compagnia dei nostri amici per far conoscere loro quello che noi abbiamo vissuto).
Siamo passati poi ai rossi, più impegnativi.
“Terre More”, di colore rosso rubino intenso dovuto all’impeccabile combinazione di uve che lo compongono ed al passaggio in botti di rovere francese (come ci é stato spiegato diverso per caratteristiche e risultati finali dal legno di rovere americano maggiormente usato in Italia). All’assaggio si percepisce la frutta, la liquirizia e la vaniglia.
“Pietraregia” un morellino di Scansano, di un rosso rubino che incanta. Sono stata diversi minuti con il bicchiere in controluce per perdermi in quel colore avvolgente. Bello a vedere, morbido al gusto con le sue fragranze mi ha conquistato.
Non sono una sommelier, né un’intenditrice di vini quindi non voglio più perdermi in artificiose descrizioni; vorrei solo farmi leggere per farvi capire quel che si prova quando si bevono certi vini; senza tralasciare il cibo abbinato. Una ricercatezza che offre solo l’eccellenza del territorio. Sia i salumi che i formaggi ottimi, bruschette servite con l’olio “Laudemio” di loro produzione. Si perché i marchesi Frescobaldi non si fanno mancar nulla. Gli uliveti, circa 300 ettari, producono questo fantastico olio. Verde smeraldo di colore, forte e deciso nel gusto alquanto piccante. Insomma che dire; su certi terreni anche gli ulivi danno il meglio.
Cosa chiedere di più!
Quando si vive una esperienza si cerca, si prova ad incamerare tutto, il più possibile. Si fa di una sensazione un ricordo; di un ricordo una sensazione da rivivere.
Abbiamo trascorso un pomeriggio non comune, fuori dagli schemi, perché ricercare o vivere nelle righe già tracciate da altri non ti regala alcuna emozione; il motto di un viaggiatore é quello di dare nuovi passi su vie mai tracciate.
Siate voi la vostra stessa strada da scoprire, siate voi a gioire ove altri hanno omesso.
Mai delimitati confini, sempre vasti orizzonti.
Ciao Tenuta Ammiraglia, arrivederci
