Una storia che sa di Sagrantino

“Nunc vino pellite curas”; affogate nel vino gli affanni, così suggeriva Orazio.
Una passeggiata in equilibro leggero, con affanni da affogare, tra le colline nel cuore dell’Umbria, sulla strada del Sagrantino, per degustare il tanto famoso rosso.
Lo scenario che ci si apre è magico, distese di vigneti adagiati su accennate colline, dalle mille sfumature autunnali intervallati dal verde di ulivi secolari.
Pronti a scoprire, non solo i colori ma soprattutto i sapori del luogo, ci lasciamo incantare dai racconti delle persone incontrate; diverse versioni di un’unica storia: la longeva vitalità del vitigno Sagrantino.
Così apprendiamo che, secondo alcune voci, proviene dall’Asia minore giunto in Umbria al seguito dei frati francescani; per altri invece l’origine sarebbe greca grazie a dei monaci bizantini.
Entrambe le versioni legano la storia del vino all’importanza delle comunità religiose in Umbria; la stessa etimologia del nome ci riporta alla sacralità.
Una curiosità che forse pochi conoscono è che il sagrantino nasce come vino passito, vinificato esclusivamente in versione dolce. Ancor oggi si produce ed è sempre un ottimo vino da meditazione. Il procedimento, sempre lo stesso da anni; si scelgono, da occhi attenti e avvezzi, solo i grappoli migliori, recisi e messi ad appassire su graticci per almeno due mesi. Quindi si vinifica fermentando il mosto con le bucce. Il risultato; un passito molto particolare: dolce ma anche molto asciutto, particolarità che lo esalta abbinandolo a piatti di formaggi e non solo il classico dolce a fine pasto.
Solo nel 1900 si inizia a vinificare il Sagrantino in versione secca; abbandona la versione di vino rustico da tavola per diventare il grande vino che ha reso famosa l’Umbria in tutto il mondo.

Etimologia di un termine

Altra curiosità appresa dai racconti nelle cantine visitate è che, nonostante in passato non vi fosse molta superfice vitata in quella particolare zona, non vi era un solo contadino che non possedesse una pianta di vite di sagrantino; un legame innato ma forte e persistente come le stesse caratteristiche sviluppate dal vino prodotto.
Man mano che la struttura innatamente imponente si evolvesse sempre più, è stato necessario stilare un disciplinare ad hoc, che detta regole ferree a cui non si può trasgredire e che vieta un uso indiscriminato di un tesoro. Il sagrantino richiede un lungo invecchiamento: 33 mesi almeno, con 12 mesi in botti di rovere per la versione secca; a cui deve seguire un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi. Poi, ogni cantina, non discostandosi mai dal disciplinare, imprime la propria mano, la propria caratteristica al vino di casa lasciandosi portare da esperienza, particolarità, gusti e soprattutto cuore.
L’area di elezione del vitigno si trova nella zona collinare situata in provincia di Perugia comprendente il comune di Montefalco e parte dei comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo. Data la zona i vigneti sono esposti a sbalzi termici; periodi di intense precipitazioni e gelate si danno il passo a giornate di sole e caldo intenso. Forse per proteggersi da questi microclimi diversi l’uva si tutela con una buccia molto spessa e che diventa di un rosso intenso; anche le foglie hanno un colore bellissimo con delle venature decise, impresse che sembrano incise. Inconsapevolmente abbiamo assistito, visto la stagione, ad una sorta di foliage naturale nelle vigne del Sagrantino. Che non è poca cosa!

Ho colto già da tempo che dietro al mondo del vino c’è molto più di quanto si pensi. Visitare una cantina, in alcuni posti, è davvero come entrare in casa del padrone. E se si pensa che il carattere di un uomo può esser letto, denudato e compreso solo a casa sua, dove non è la grandezza, la sontuosità, non sono gli oggetti a definirla, quelli servono per abbellire ma i colori, i suoni i profumi che si colgono in quello spazio definito e chiamato casa che racconta una storia di vita.
Regola silenziosamente non definita è che l’ospite porti un briciolo di felicità al suo ingresso e che ne lasci un pò quando va via per ringraziare dell’esperienza vissuta.
Così ho imparato ad entrare in punta di piedi ma con la mente aperta e l’animo libero in casa altrui, in cantina; grande o piccola, sconosciuta o blasonata, austera o sfarzosa che sia, mi lascio portare.

Il nostro primo approccio, intriso di curiosità e voglie, è stato presso la cantina Antonelli (@antonellisanmarco) che, nonostante un orario non comodo, ci hanno dedicato attenzioni e cortesie. Bhè! che dire bere un bicchiere di Sagrantino per la prima volta al caldo di un sole a novembre, non si può dimenticare.


Una breve sosta da turisti a Montefalco per farci rapire dalla bellezza di questo borgo medievale e, tra un negozietto e un altro, mio marito si è intrufolato in una rivendita di Romanelli; uno dei tanti produttori di vino ed olio locali. Qui abbiamo assaggiato il primo passito di sagrantino; altra sorpresa perchè la nostra mente ed il nostro gusto si aspettava qualcosa di diverso. Un vino passito che contiene tutte le caratteristiche di una lavorazione particolare; davvero difficile da pensare che solo alcuni viticultori raccolgono i grappoli prescelti, che li adagiano su graticole di vimini in cantina e poi aspettano per ben due mesi per poterli lavorare. Il risultato un vino non liquoroso di un rosso rubino molto denso con riflessi violacei; ci si ritrova a naso l’odore di confettura, di ciliegia matura, una qualche spezia. Molto particolare. Felici e soddisfatti continuiamo la scoperta da turisti.
Montefalco viene chiamato, per la sua splendida posizione, la ringhiera dell’Umbria, rocca medievale e ben stretta tra le mura che la definiscono.
Arrivati nella splendida piazza del comune ci giriamo intorno e non sembra nemmeno novembre, un sole bellissimo illumina tutta la piazza, i magnifici edifici. E’ davvero bello perdersi tra il vociare di locali, turisti, bambini che come noi godevano del piacevole oziare che ci circondava. Purtroppo per una questione di tempo non abbiamo potuto visitare il complesso museale di San Francesco, le tante chiese ed edifici che conservano quasi intatte le opere rinascimentali, ma ci siamo ripromessi di ritornare.
Usciamo dalla porta Federico per riprendere la macchina, senza indugio ci spostiamo da Arnaldo Caprai (@arnaldocaprai), una tra le cantine più grandi della zona.


Qui ci siamo soffermati e con tutta la calma che il vino richiede, sempre, abbiamo degustato molti dei prodotti della cantina, tra cui anche l’olio. Una sommelier molto carina, garbata, gentile ci ha dettagliatamente ed amorevolmente raccontato la cantina, il loro mood, la loro visione delle cose attuali e future; solo poi siamo passati alla degustazione dei vini. Ci spiegava quello che ci versava e con l’ennesimo barlume di stupore scopriamo il grechetto; da qui parte tutta una serie di domande per capire bene il bianco in una terra di rossi.


Il sagrantino bianco ha lo stesso DNA del Sagrantino rosso ma ha acini bianchi. La cantina Caprai ha investito dieci anni in ricerche con un team di agronomi esperti per riuscire ad ottenere un vitigno che, seppur non esistendo in natura, ben nascosto ma potenzialmente presente nel Sagrantino DOC. Ci spiegava la nostra sommelier che, nonostante potesse sembrare quasi assurdo, non si è fatto altro che procedere con l’autofecondazione; uno dei metodi più vecchi usati per migliorare o ricercare nuove varietà di piante già esistenti. Sono stati isolati i tentativi riusciti sino ad arrivare poi a seminare i semini in una zona ben circoscritta di 10 ettari ed adibita solo al grechetto. Per ultime, ma non ultime, abbiamo gradito le loro bollicine.
Trovare nel cuore dell’Umbria un produttore autonomo di bollicine è tanta roba. Complimenti.

So che non è cosa facile, né con le parole né con le immagini, far cogliere emozioni e sensazioni ma queste degustazioni, senza troppe rigidità, davvero lasciano qualcosa che non si rinchiude nell’angolo dei ricordi, ma va oltre.
Abbiamo scoperto una cantina che, dal 1970 coltiva vigneti di Sagrantino e non solo; che si mette in gioco in diversi ambiti, a parte il gruppo tessile, così il loro connubio con l’arte, artisti locali e non solo.

Come tradizione vuole si porta a casa un pezzetto di esperienza per poter riassaporare gusti e sensazioni di un pomeriggio diverso.
E la strada del Sagrantino prosegue.
Si arriva poi, dopo qualche chilometro alla più blasonata di tutte: tenuta Castelbuono a casa dei Lunelli, storica famiglia nell’eccellenza del buon bere e non solo per le bollicine.
Nel 2001 acquistano i vigneti nella zona del Sagrantino e avendo bisogno di una cantina decidono di affidare ideazione, progettazione e lavori ad un amico di famiglia, Arnoldo Pomodoro che da vita al Carapace.
Spesso capita che il vino, le cantine si confrontino, interfaccino con artisti vari e, quasi sempre, si creano connubi davvero interessanti.
Siamo arrivati al Carapace percorrendo una delle tante strade bianche, ossia quelle stradine sterrate strette e tortuose che poi si aprono su angoli di paradiso. Tra questi due alberi solitari su una collinetta, due panchine molto rudimentali ma che ben definiscono le intenzioni. Poesia.

Dopo qualche metro arriviamo in tenuta e non può non stupire la fantasia, l’estro ma soprattutto l’ingegnosità di un uomo dalla mente artisticamente folle. @carapacecastelbuono

a voi: Il CARAPACE


Purtroppo non abbiamo potuto visitare tutta la struttura perchè avevano un evento privato, ma anche solo girare in tondo e cogliere tanti particolari, assaggiare il loro vino ci è bastato.

E non finisce ancora qui…Sagrantino on the road, tra colline intercalate di beati ulivi al riflesso del sol calante, e rossi vigneti illuminar di natural colore le strade e tutt’intorno, piccoli borghi alle prime luci della sera; alla continua scoperta di angoli di terre intrise dei migliori sentori del buon olio e del vino d’eccellenza.

Avatar
Articolo creato 16

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto